Spesso, per non dire quasi sempre, nell’attività sportiva e
nel calcio in modo particolare il riscaldamento viene considerato una pratica a
dir poco noiosa se non addirittura quasi inutile al giorno d’oggi, dove tutto o
quasi, deve necessariamente ed obbligatoriamente essere svolto con la palla sin
da subito – pratica, questa, non del tutto sbagliata ma che deve rispondere a
precisi parametri di attuazione -;
ebbene, trovandomi sovente nella condizione di dover spiegare i motivi
per i quali viene svolto o meno un determinato tipo di riscaldamento rispetto
ad un altro, al di là del fatto di renderlo più vario possibile al fine di non
annoiare oltre misura i giocatori, c’è da dire che il warm up in sé e per sé è
da considerarsi quasi come una sorta di allenamento nell’allenamento nel senso
che, nell’intento di far salire la temperatura corporea e muscolare in modo
ottimale, la pratica migliore per raggiungere tale obiettivo è quella di
considerare il riscaldamento stesso come una sorta di PRE-TRAINING, nell’ambito
della progressione di un esercizio ciclico con finalità metabolica (correre a
secco per 8/10 minuti per esempio), aumentando man mano la velocità fino a
portare la F.C. al 90% della max in modo tale da favorire maggiormente la
vascolarizzazione, aprendo le vie ematiche periferiche ed abbassando i picchi
pressori, cosa, quest’ultima, che aiuta ad evitare l’ipertrofia del cuore che a
lungo andare può rappresentare un grave pericolo per tutto il sistema cardiocircolatorio.
A questo punto, siamo pronti per iniziare l’allenamento vero e proprio,
qualunque esso sia, nel modo migliore e dopo aver sfatato, spero, il luogo
comune della noia o addirittura dell'”inutilità” di un certo tipo di
warm up.