Un pallone da Basket ed un calciatore, due elementi apparentemente avulsi tra loro ma che presuppongono entrambi una Metodologia di azione e di allenamento alla quale non è possibile derogare.
Quante volte abbiamo sentito pronunciare il termine “Metodologia”? Ebbene, come non esiste allenamento senza valutazione, altrettanto non potrà mai esistere Performance senza Metodologia;
le parti essenziali di tale Scienza, perché di questo si tratta, sono essenzialmente quattro:
– INDIVIDUALIZZAZIONE DELL’ALLENAMENTO in base soprattutto all’età biologica, dove la competenza del Coach in questo caso è assolutamente imprescindibile nel dover individuare i giusti aspetti fisiologici dove il valore biologico dell’età corrispondente è essenziale.
In questi casi, solitamente c’è uno scarto di circa due anni, dove può capitare che in un gruppo di ragazzi di 15 anni, per ex., possono essere presenti coetanei della stessa età anagrafica ma biologicamente di 17 o 13 anni;
– La continua creazione di situazioni dove andare a stimolare le funzioni cognitive e mnemoniche, soprattutto negli Sport di situazione come il Calcio;
– Il rispetto delle fasi sensibili della crescita, data dall’età (anagrafica e biologica) e dai tempi di somministrazione del carico di lavoro;
– Lo sviluppo fisiologico, rappresentato dall’individuazione delle capacità funzionali e strutturali dell’atleta, soprattutto se adolescente.
Sulla base di questa breve sintesi, spesso mi viene chiesto il motivo per cui è dannoso stimolare precocemente determinati aspetti energetico – metabolici nelle categorie dei più piccoli allorché c’è da dire che uno tra i motivi più rilevanti è senza dubbio perché i ragazzi, prima di una certa età non hanno la capacità chimico – organica idonea per lo smaltimento dell’acido lattico che verrebbe prodotto in un tale allenamento specifico diventando così, il derivato lattato, pur non essendo di per sé un prodotto di scarto, un elemento di assoluto svantaggio per i ragazzi più piccoli.