05 Giu

Nell’ambito dei termini scientifici ascrivibili al movimento ed alle sue infinite declinazioni, spesso ci si può confondere, come può accadere quando si parla di “Schemi motori di base” piuttosto che di “Abilità motorie“;
ebbene, nel tentativo di mettere ordine in tal senso una volta per tutte, potremmo dire che nel primo caso gli schemi motori c.d. terrestri, contrapposti per ex. a quelli acquatici (riconducibili ai relativi Sport come il nuoto) si accompagnano agli schemi Posturali e si caratterizzano per il fatto che sono i primi a comparire nel bambino per poi divenire patrimonio della memoria motoria nell’adulto.
Esempi di schemi motori di base, per ex., sono il correre e il saltare mentre tra gli schemi posturali possiamo annoverare il flettere ed il ruotare.
Gli schemi motori di base hanno un’identificazione ed un’evoluzione ben precisa fatta di fasi, dove ognuna di queste ha una sua durata ed una filogenetica ben delineata che farà da apripista alla formazione totale del patrimonio motorio di ogni individuo, patrimonio che troverà il suo totale compimento all’Interno dell’ambiente inteso come spazio dove l’individuo stesso si muove.
L’ambiente, dunque, come elemento stimolatore dello sviluppo degli schemi motori di base soprattutto nei bambini, non a caso la miglior metodologia per tal fine e’ e resta l’attività ludica che va sempre promossa nei più piccoli affinché gli schemi motori prendano forma attraverso le occasioni di affinamento e perfezionamento che lo spazio/ ambiente ci regala.

Le Abilità motorie invece, da non confondere con i primi, sono caratterizzate da una costante e reiterata ripetizione dei gesti che a loro volta necessitano di un importante controllo cognitivo da parte dell’individuo stesso;
quest’ultime troveranno la loro piena ragione di essere sulla base di una buona, se non ottima, acquisizione degli schemi motori di base, ragion per cui, per ex., se non so effettuare un movimento di coordinazione tra gli arti del treno inferiore con quelli del treno superiore, non imparerò mai a calciare correttamente un pallone.
Il massimo livello di coordinazione non sarà mai quello che porterà alla consuetudine e all’abitudine del gesto bensì quella che permetterà sempre nuovi, continui e costanti fini perfezionamenti.


Dall’ analitico al situazionale ed al globale, questo è il miglior viatico per una corretta crescita tecnico – atletica dell’adolescente…

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