L’allenamento specifico del calciatore, in base al suo modello di prestazione, può essere causa di innumerevoli squilibri a livello posturale.
Sotto questo aspetto, gli arti del treno inferiore sono indubbiamente i più sollecitati e da essi, le problematiche possono estendersi a tutto l’apparato muscolo scheletrico, motivo per il quale l’allenamento deve essere necessariamente omogeneo e biometodologicamente corretto.
I muscoli ischio – crurali, per esempio, hanno una funzione molto importante in relazione al supporto ed alla sollecitazione del ginocchio – che insieme alla tibio tarsica è l’articolazione più complessa e sollecitata per un calciatore – poiché vanno a compensare la sua ridotta stabilità durante il grande e continuo lavoro svolto dal muscolo quadricipite femorale della gamba.
Una buona tonicità di questi muscoli, dunque, è di fondamentale importanza per il calciatore ma, ai fini di una giusta postura e quindi di un ridotto rischio di infortunio durante le sollecitazioni più intense, anche l’allenamento per il Core – zona addominale e lombare per intenderci – unitamente al giusto stretching in allungamento delle catene cinetiche posteriori – che sono assolutamente essenziali per la corretta ed eretta posizione del corpo nello spazio – oltre a fungere da prevenzione, possono essere molto d’aiuto, per esempio, nel momento di maggior liberazione della potenza nella fase di accelerazione sul breve o sulla corta distanza, da parte del calciatore.
A tal proposito, sono sempre stato un fautore della presenza del Posturologo accanto ad atleti agonisti in discipline più o meno invasive come può essere considerato il calcio, al fine di poter ovviare agli squilibri che nel tempo potrebbero portare ad infortuni anche gravi e, nello stesso momento, per poter intervenire in tempo reale e parallelamente all’attività fisica svolta nel quotidiano, tramite una costante riprogrammazione posturale finalizzata al controllo dei predetti squilibri.