Quando si dice che il calcio lo si gioca prima con la testa che con i piedi, cosa si vuole significare? Forse che, due piedi buoni ancorché imbevuti di talento sono destinati a restare fini a se stessi se non debitamente guidati dalla giusta intelligenza calcistica? A tal proposito, spesso si dice che la differenza tra un campione ed un giocatore normale, sia nella testa prima ancora che nelle gambe ma…..sotto quali aspetti, in modo particolare?
Sicuramente sotto l’aspetto della propensione all’allenamento, della preparazione, della cura maniacale di ogni dettaglio che possa delineare positivamente la prestazione ma…..un ulteriore e quanto mai fondamentale elemento da considerare è sicuramente la capacità, nell’ambito di un allenamento INTEGRATO, di tenere alta l’asticella dell’aspetto condizionale tanto quanto quello COGNITIVO;
nello svolgimento di un’esercitazione atta a sollecitare la visione periferica, per esempio, il campione, nella gestione degli stimoli, riesce a mantenere alti, nello stesso istante, tanto i parametri prestazionali, coordinativi e funzionali quanto quelli cognitivi senza che, per l’apprendimento ed il controllo di quest’ultimi, ci sia un rallentamento o un calo di intensità e di ritmo nella globalità dell’allenamento e si riesca a mantenere sempre alta la qualità per tutto il tempo dello stesso.
Un buon, se non ottimo, controllo dell’aspetto cognitivo, permetterà sempre al giocatore di avere una migliore coordinazione spazio – temporale, un miglior senso tattico, una migliore anticipazione motoria ed un miglior tempo di latenza (decido, ricevo palla, effettuo la giocata) rispetto all’avversario.