14 Mag

Siamo sempre soliti parlare di volume ed intensità degli esercizi da proporre ai nostri atleti ma, nella realtà, conosciamo anche quali sono i meccanismi biochimici atti a fornire la giusta energia necessaria a produrre determinati sforzi?

A tal proposito, sintetizzando al massimo il concetto sul quale torneremo più in là anche con qualche esempio, possiamo dire che l’aumento dell’intensità di un esercizio – e quindi del conseguente dispendio energetico – è direttamente proporzionale al metabolismo dei carboidrati e inversamente proporzionale all’ossidazione dei lipidi; in poche parole, affinché vi sia uno stoccaggio adeguato di ATP (molecola dell’energia) nell’organismo, l’atleta deve seguire una dieta equilibrata soprattutto per quanto concerne i carboidrati che – diversamente da quanto molto spesso si sente nei luoghi comuni più disparati – non vanno assolutamente banditi poiché permettono l’intervento della c.d. GLICOGENOLISI intesa come incremento dell’assorbimento del glucosio muscolare nel momento del passaggio dell’intensità da moderata ad alta ovvero da un 65% ad un 85% del VO 2 max, valore questo che misura il massimo consumo di ossigeno durante lo svolgimento dell’allenamento di un atleta evoluto.

Oltre a quello muscolare, anche il glucosio plasmatico si attiva per la produzione di ATP grazie all’aumento della circolazione sanguigna verso i muscoli e ad un ulteriore ed adeguato reclutamento di fibre muscolari finalizzato allo sforzo ma di questo e quindi anche della suddivisione delle suddette fibre in base alla loro velocità di contrazione, ne parleremo in una delle prossime esposizioni.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

This field is required.

This field is required.