Quando parliamo di malattie autoimmuni, ci troviamo di fronte a circa 80 patologie dove il sistema immunitario, che è un meccanismo molto sofisticato, si rivolta contro l’ospite attaccandolo come fosse un microrganismo penetrato che va annientato.
L’ autoimmunità, in questi casi – che si riferisce soprattutto alla dinamica degli autoanticorpi – è rappresentata dalle proteine del sistema immunitario che si legano ai tessuti ed agli organi del proprio stesso organismo identificandoli come bersagli da distruggere;
tale azione perversa viene condotta con la complicità dei linfociti T e B i quali, invece di proteggere l’intero organismo si adoperano per attaccarlo.
In una situazione del genere, sembrerebbe che la donna sia maggiormente esposta a determinate malattie autoimmuni a causa dei meccanismi biologici dovuti alla risposta ormonale, non a caso, dopo l’avvento della menopausa, possono insorgere i sintomi dell’artrite reumatoide (vd. la mia intervista in materia su QDL – Quotidiano del Lazio, all’interno del Sito in calce) o addirittura, la stessa gravidanza, talvolta, potrebbe originare i sintomi del Lupus Eritematoso.
In tutti questi casi, c’è da annotare con estrema rilevanza che la Scienza del Movimento, quando per certi aspetti introduce elementi di Biomedicina nell’ambito della clinica sperimentale – basti pensare ai pazienti metabolici e/o a coloro che soffrono di particolari malattie infiammatorie croniche – unitamente alle giuste cure farmacologiche può essere di grande supporto se condotta sotto lo stretto controllo del Professionista preposto.
Non rinunciamo mai al movimento come medicina biologica preventiva e terapeutica……ma FIDIAMOCI e AFFIDIAMOCI!